Come funziona una seduta di counseling

Quanto dura, dove si svolge e cosa fare durante una seduta di counseling

Il percorso di counseling

Il counseling è un modo di accompagnare una persona in uno dei tanti momenti di difficoltà che può presentare la vita. Perché counselor e cliente possano instaurare un buon rapporto e il cliente possa beneficiare di questo aiuto, normalmente il counseling si struttura in un percorso, dunque una serie di incontri che permettono di creare le migliori condizioni affinché una persona possa raggiungere il proprio obiettivo personale.

Quando una persona è interessata ad essere aiutata da un counselor, spesso ha tanti dubbi su come si svolgeranno le sedute, sulla durata del percorso e su che cosa verrà proposto durante un incontro.

Nel counseling è previsto un percorso di accompagnamento della durata media di una decina di incontri e durante ogni seduta, in base all’obiettivo concordato all’inizio il counselor guiderà il proprio cliente nell’esplorazione di sé attraverso diverse metodologie di lavoro, proprie del counseling e del modello adottato dal professionista.

Gli obiettivi

Uno degli elementi primari è il raggiungimento dell’obiettivo o degli obiettivi da perseguire durante il percorso, in quanto da questi dipenderà l’impostazione del cammino che si farà insieme, counselor e cliente.

Di solito quando una persona arriva a chiedere aiuto è spinta da un bisogno, un problema.

Quindi non ha ben chiaro dentro di sé che cosa voglia raggiungere esattamente, bensì il più delle volte sa che vorrebbe “andare via” da qualcosa che la infastidisce.

Nella prima seduta o nelle prime sedute è fondamentale definire in modo chiaro, pratico e misurabile che cosa il cliente vuole raggiungere, in modo che si possa definire con precisione la direzione da dare alle sedute di counseling.

Il rischio di non avere un obiettivo ben-formato è quello di essere come una nave senza il timone, che viene spinta dalle onde ma senza una direzione precisa. In questo caso sarebbe facile disperdere tempo ed energie senza arrivare ad una meta.

Al contrario un obiettivo preciso permette di dare una direzione alla propria vita e di concretizzare i propri desideri del cuore o della mente.

La durata 
  • Quanto dura il percorso?
  • Quante sedute devo fare?
  • Quanto tempo mi occuperà quello che dobbiamo fare?

Quelle qui riportate sono alcune tra le domande più frequenti che un cliente pone al counselor, nel momento in cui ha l’intenzione di iniziare a farsi supportare. 

Sono domande lecite e su cui è bene fare chiarezza, per il buon svolgimento del rapporto professionale.

In generale, nel counseling si parla di 10 sedute, dunque un tempo di medio termine che è utile per il raggiungimento dell’obiettivo. Non è questo un numero predeterminato, questo significa che ci possono essere esigenze per cui se ne faranno 8 o 12, dunque è da considerare una certa variabilità nella durata. Il numero degli incontri è in ogni caso limitato:  avere un obiettivo chiaro, le verifiche lungo il cammino permettono di avere sempre chiaro a che punto si è del percorso e quindi di capire come comportarsi secondo la progressione che si è raggiunta. Di solito, all’inizio la frequenza è di una volta alla settimana, successivamente in base alle esigenze che si presentano è possibile dilatare un po’ i tempi, facendo un incontro ogni 15 giorni e in questo modo la durata del percorso si spalma su un tempo di qualche mese.

La seduta di counseling

Tante persone sono incuriosite di sapere in anticipo cosa si farà durante la seduta di counseling, immaginandola spesso come una seduta di psicoanalisi in cui il cliente parla, magari sdraiato e il counselor ascolta senza parlare. Ma è proprio così?

Il primo incontro

Prima di iniziare il cammino vero e proprio, il counselor fisserà un primo appuntamento di conoscenza reciproca. Durante questo momento, della durata di circa mezz’ora, sarà possibile al counselor porre alcune domande per comprendere meglio quali sono i bisogni e le aspettative del cliente, inoltre illustrerà come sarà portato avanti il percorso stesso.

Nello stesso tempo, la persona che ha preso contatto con il professionista avrà la possibilità di fare alcune domande specifiche, in modo da eliminare alcuni dubbi che potrebbe avere o che sono sorti in quel momento.

In questo occasione di conoscenza, tutte e due le persone possono sperimentare il feeling, vale a dire l’affinità nella relazione, la facilità nella comunicazione, aspetti che si instaurano in maniera automatica e per lo più guidati dall’inconscio.

Al termine di questo incontro si potrà procedere, con il fissare un nuovo appuntamento per iniziare a lavorare insieme e dare il via al raggiungimento dell’obiettivo del cliente.

Lo svolgimento della seduta

Ogni incontro si può dire che sia una nuova esperienza, in quanto c’è in gioco la relazione tra due esseri umani che si confrontano, dialogano e approfondiscono la propria comunicazione toccando livelli di profondità crescenti.

Durante la seduta non c’è un unico modo di procedere, ma a seconda delle condizioni che di volta in volta si presentano, il counselor tenderà ad attuare una strategia piuttosto che un’altra.

Se è vero che c’è una direzione data dal raggiungimento dell’obiettivo concordato, bisogna anche tenere conto che vivendo la propria quotidianità ci possono essere esigenze che si presentano di volta in volta. È necessario tenere conto anche di quello che succede nella vita ordinaria, anche se apparentemente può essere distante dalla questione iniziale; in realtà questa diventa un’occasione per comprendere alcuni schemi di pensiero che possono riproporsi in contesti differenti e dunque un momento per migliorare la consapevolezza di sé.

Nel perseguire l’obiettivo sono molto importanti il riconoscimento dei messaggi interiori e la capacità di auto-ascolto. Questi aspetti sono continuamente ricercati e stimolati nel corso delle sedute, attraverso delle domande che il counselor pone al cliente, momenti di ascolto delle sensazioni corporee e anche con dei momenti di silenzio.

Il dialogo inteso come comunicazione verbale è molto utilizzata nell’ambito del counseling, in quanto è la forma più diretta con cui il counselor può porre delle domande al cliente al fine di stimolare il dialogo interiore, con cui può esprimere il proprio sostegno e con cui può riformulare i pensieri della persona.

Il respiro stimolato in tante maniere è una modalità di lavoro utile a portare un po’ di quiete interiore e a spostare il pensiero da un piano logico-razionale, ad uno corporeo-emotivo affinché si possano percepire importanti sensazioni sottili che altrimenti rimarrebbero fuori dalla coscienza, facendo perdere una buona parte delle proprie risorse personali.

Oltre a questi due elementi, a seconda della situazione, si potranno utilizzare strumenti ulteriori, sempre con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza di sé.

L’esplorazione personale

Il counseling è un’attività in cui la comunicazione è fondamentale: si stimola una buona comunicazione tra due persone e anche quella rivolta a se stessi. L’educazione all’ascolto di sé è uno dei compiti più importanti del counseling.

Sapersi ascoltare vuol dire entrare in contatto con le proprie sensazioni ed emozioni, dare loro il giusto valore e quindi capire come accedere alle proprie risorse. Il risultato è quello di riuscire a gestire meglio i propri stati d’animo, migliorare la propria attenzione e concentrazione in un processo che integra al suo interno il corpo e la mente.

Durante il tempo della seduta, il counselor può proporre tecniche e/o attività che servono proprio a focalizzare l’attenzione su alcuni di questi aspetti, iniziando così a vedere, percepire le cose in una maniera diversa, mostrando un punto di vista che magari prima non si era considerato.

Una delle modalità più utilizzate è la presenza mentale o mindfulness. Attraverso di essa si pone l’attenzione sul momento presente, si convoglia la nostra mente su quello che sta accadendo proprio qui e ora e il più delle volte questo permette di cogliere degli elementi che altrimenti sarebbero tralasciati, perché giudicati non interessanti.

Una migliore presenza mentale di sé consente di essere più consapevoli verso i propri pensieri e verso i propri comportamenti: questa consapevolezza ci permette di agire in maniera diversa.

Attraverso l’esplorazione personale, si procede verso una conoscenza più profonda di sé, accedendo anche a delle qualità che possono essere molto utili per raggiungere i desideri e gli obiettivi del cuore.

Hai anche tu degli obiettivi da realizzare?

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