Su di me
Mi chiamo Paolo Galimberti e sono un counselor. Aiuto le persone che si trovano in momenti di difficoltà della vita a superare il periodo più difficile e a trovare strategie per migliorare il proprio benessere.
Ho collaborato come fisioterapista per diversi anni con la fondazione don Gnocchi. A distanza di qualche anno ho iniziato a percepire un senso di insoddisfazione, ad accorgermi di come il mondo della medicina fosse molto ampio e che per curare al meglio le persone serviva interessarsi alla persona nella sua
interezza (oltre al corpo). Ispirandomi ad un mio caro collega, che sicuramente ha influenzato il mio modo di essere fisioterapista, ho deciso di iscrivermi nel 2016 al percorso di counseling che mi ha occupato fino all’inizio del 2020.
È stato un percorso lungo, impegnativo che attraverso le lezioni, il tirocinio e i vari incontri che ho avuto mi ha condotto ad essere diverso e soprattutto ad una grande consapevolezza di quanto l’essere sia più importante del sapere.
Cos’è il counseling
Il counseling è un modo di accompagnare una persona in uno dei tanti momenti di difficoltà che può presentare la vita. È una relazione d’aiuto, un incontro tra due persone, in cui una si rivolge all’altra in seguito ad un bisogno di sostegno, di orientamento, di sviluppo personale. Nel percorso di counseling l’attenzione non è tanto sul problema che la persona sta portando, piuttosto sulle sua capacità, su quanto è in grado di fare e sugli elementi positivi della relazione.
Il Counselor è un agevolatore della relazione di aiuto che sostiene il cliente nel processo di consapevolezza per una maggiore autonomia rispetto alle scelte di vita. È un professionista che lavora sulla salute e sul benessere psicofisico, orienta, sostiene e sviluppa le risorse della persona. Le competenze di base del Counselor sono relative al saper essere una persona empatica, congruente, autentica, consapevole dei propri valori,
sensazioni e pensieri, disponibile all’accettazione incondizionata. Il Counselor utilizza molte tecniche: ascolto attivo che evita giudizi e interpretazioni; esplorazione con domande aperte e chiuse; chiarificazione per incoraggiare l’elaborazione; parafrasi per aiutare il cliente a focalizzare il contenuto del suo messaggio ed enfatizzarlo quando l’attenzione sui sentimenti è prematura.